martedì 28 aprile 2009

Il Mozzo #2

«MOZZO!!!»
«Ditemi, signor Capitano! Qualcosa non va?»
«Accidenti se non va, ma dico, avete guardato l’albero maestro?»
«Nossignore lo vedo a sufficienza tutti i santi giorni.»
«Allora sarai così imbecille da non esserti accorto che non ci sono più le vele.»
«Per Tritone, avete ragione!»
«E cos’hai intenzione di fare?»
«Cercarle.»
«Dove?»
«Sulla nave.»
«Non essere sciocco, qualcuno deve averle prese. E dal momento che siamo in mare aperto, il furfante si trova sulla nave! Lo faremo parlare con la forza.»
«Ma noi non siamo in mare aperto.»
«Che diamine vai dicendo?»
«Guardate dietro di voi, signore.»
«Per la pinna di Nettuno! Ma siamo incagliati tra gli scogli di un’isola! Come mai non ne sapevo niente?»
«Perché dormivate, signore.»
«Lascia stare, l’importante è ritrovare le vele e andarcene. Le avranno prese degli indigeni questa notte! Chiederemo a loro.»
«Gli indigeni non sanno parlare la nostra lingua!»
«Allora metteremo i loro villaggi a ferro e fuoco. Prendete le armi!»
«Non ci sono più armi.»
«Che mi venga un colpo! E come mai?»
«Temo le abbiano rubate gli indigeni.»
«Allora andremo nei loro villaggi, prenderemo le armi e metteremo tutto a ferro e fuoco. Basta che ritroviamo le vele e ce ne andiamo.»
«Andarcene? A dire il vero siamo arrivati.»
«Vuoi forse dirmi che questa è l’Isola d’Elba?»
«Sì.»
«Chi te l’ha detto?»
«Un indigeno signore.»
«Ma ci sono indigeni all’Isola d’Elba?»
«Certo signore, li ho visti che si portavano via le vele e le armi.»
«Per il cappello di Merlino e il vino di Bacco, perché non avete cercato di acciuffarli?»
«Perché avevano le armi, signore.»

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