domenica 12 aprile 2009

La fine di Oklotsky

«Sì, Oklotsky, sono ancora vivo. Malgrado tu mi abbia ripetutamente scagliato contro le tue tenebre, che tante anime in passato avevano mietuto; sebbene la mia forza sia ormai giunta al suo esaurimento e il mio corpo sia così logorato che solo l’anima mi tiene ancora insieme, sono ancora vivo, qui, nella terra su cui Narios e Osnas si incontrarono e scontrarono per la prima volta.
Non è la sopportazione che mi tiene in vita. È piuttosto un’indiscutibile differenza tra me e coloro per i quali le tue tenebre erano state disegnate. L’eco delle metalliche armi di Osnas è ancora conservato nei sassi e nell’erba; la scossa del calcio di Narios echeggia ancora sotto terra.
Ho attraversato il teatro dell’epica guerra quando ancora i due Soli, Tetron e Dadron, sorgevano da Nord; le mille luci che filtravano dalle montagne di corallo illuminavano il Gran Tempio di Tentobernalius dal dì alla notte. Ma quel tempo è passato, e a te toccherà la stessa sorte».

«Riconosco, Navondion, che la forza di cui i Nokt mi hanno fatto portatore non è finora stata sufficiente a debellarti dal mio Regno. Osnas fu mandato da Qloraqwon, e perse, ciò è vero; ma prima ancora, quando nemmeno le montagne di corallo, e nemmeno i soli Tetron e Dadron erano stati generati, la forza dei Nokt era viva e nel pieno del suo tenebroso splendore. L’immenso calore di Tetron fu soffiato dalle labbra del Sommo Ckuwqe, e ancor’oggi arde e riluce. E per quanto pensi di poter fronteggiare un simile potere? Nessuno vi si è mai avvicinato a tal modo; io, dal canto mio, ne sono immune. E ancora hai il coraggio di affermare che la mia morte sia vicina. Io, che ancora posseggo la totalità delle mie antiche forze originarie?»

«Il tuo ignorare è una terribile mancanza, Oklotsky. Il Sommo Ckuwqe non operò, invero, per conto del Male; ti dirò che nemmeno Qloraqwon mandò Osnas con mali intenti. Poiché, credimi, l’ho visto con i miei occhi, Narios e Osnas stessi sono stati creatori, tramite il cozzare dei loro corpi e dei loro spiriti, del Bene e del Male. Tu hai un privilegio e un limite, Oklotsky: tu, che dalle tenebre sei nato e dall’oscurità sei nutrito, puoi ancora scegliere di agire per conto di qualcosa. Puoi ancora decidere di operare per il Bene. Io sono stato generato prima che tutto si dividesse e spartisse, prima ancora che ci fosse squilibrio e che il Buio ribelle rifuggisse la Luce matrice; io non conosco i membri e i motivi di tale diatriba senza fine.
Guarda, Oklotsky, il sole Tetron sta sorgendo. E io sono ancora qui. Ciò che non hai capito e non capirai mai, è che io sono già morto, e non lo sarò mai».

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